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C'e' un oceano salato sotto Encelado: lo confermano NASA ed ESA

Di cassioli in , 23 Giugno 2011
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C'e' un oceano salato sotto Encelado: lo confermano NASA ed ESA



La NASA e l’ESA annunciano contemporaneamente il successo della missione di raccolta campioni su Encelado.
Quelli che vediamo nell’immagine sopra, infatti, sono geyser di acqua e ghiaccio che fuoriescono dalla superficie ghiacciata di Encelado, una luna di Saturno. Scoperti la prima volta nel 2005, destarono il sospetto, insieme ad altri indizi, che nel sottosuolo di Encelado non solo si celasse un oceano, ma che esso fosse addirittura composto di acqua salata. Fu così ideata una nuova missione per Cassini, in orbita tra le lune di Saturno già dal 2004: tuffarsi in uno di questi geyser, raccogliere campioni di materiale, e analizzarli alla ricerca di conferme sull’esistenza dell’oceano.
I getti di acqua e vapore provengono dai cosiddetti “graffi di tigre”, lunghe spaccature nella superficie ghiacciata di Encelado causate, probabilmente, dalle intensissime forze di marea esercitate dal vicino Saturno sulla piccola luna man mano che essa gli gira intorno:



La gravità e la combinazione dei movimenti di rotazione e rivoluzione causano la deformazione del satellite, e un conseguente riscaldamento del suo interno; tale calore è in grado di mantenere liquida l’acqua che invece, in superficie, a contatto col freddo del vuoto cosmico (Encelado non ha abbastanza gravità da trattenere una vera e propria atmosfera), e lontanissima dal calore del Sole, si congela, creando uno strato spesso chilometri.

L'estensione effettiva dell' "atmosfera" creata dai geyser è molto maggiore di quanto può sembrare da una normale fotografia, come invece si può vedere in una foto elaborata al computer (non ritoccata, ma solo alterando i colori):




Delle fontane di ghiaccio di Encelado si è già parlato ampiamente in queste pagine:
http://technews.it/NNYBC
http://technews.it/BKebF

Abbiamo anche parlato di uno strano sito in cui si afferma che nel materiale eruttato dai geyser sarebbe stata rilevata vita:
http://technews.it/QEUfT

Al momento si tratta però di una notizia non confermata, al contrario di questa, appena pubblicata dalla NASA e dall’ESA su Nature:
http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2011-190&cid=release_2011-190&msource=11190
http://www.esa.int/esaCP/SEMSZ2037PG_index_0.html



Da notare che anche su Europa (nella foto), satellite di Giove, è presente una luna ghiacciata sulla cui superficie sono visibili “graffi di tigre”, ma al momento non sono presenti nella zona sonde che possano verificare la presenza di geyser analoghi a quelli di Encelado, né tantomeno di analizzarne la composizione: la prossima missione per Giove, battezzata JUNO (JUPITER Uranus Neptun and Outer planets) partirà nel’agosto di quest’anno, ed è compartecipata dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Pagina ufficiale: http://juno.wisc.edu/

In questa interessante pagina in italiano la descrizione dello strano modo in cui furono scoperti per la prima volta i geyser, inizialmente visti come una misteriosa “atomsfera intermittente”:

Le prime misure rivelatrici sono state acquisite dalla CASSINI con il magnetometro MAG: sia il 17 Febbraio che il 9 Marzo ’05, vennero infatti osservate distorsioni del campo magnetico di Saturno nei pressi di Encelado, compatibili con la presenza, attorno al satellite, di un guscio atmosferico di vapor d’acqua. Ma il risultato dell’occultazione (da parte di Encelado) della stella: lambda-Scorpii, osservata dallo strumento UVIS a bordo della CASSINI fu contraddittorio: la luce della stella sparì e riemerse dalle regioni equatoriali di Encelado in maniera istantanea, dimostrando che non c’era traccia di una qualsivoglia atmosfera (N.d.R. – le occultazioni delle stelle servono a far rivelare se c’è presenza di un’atmosfera intorno al pianeta e per questo si studia la velocità di sparizione o riapparizione della luce stellare; quando la luce ritorna in maniera istantanea significa che non c’è atmosfera mentre se ritorna o sfuma gradatamente è sinonimo di presenza di atmosfera). La conseguenza più immediata di queste due osservazioni, inconfutabili ma contrapposte, fu una modificazione dei piani del flyby successivo, quello del 14 luglio ’05, che venne abbassato da 1000 km a circa 175 km e fatto transitare nei pressi del polo sud.

http://www.spaziodi.it/magazine/n0205/vd.asp?id=338

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