Cervello, la percezione visiva delle parole sostituisce la fonologia ?
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Uno studio condotto da Laurie Glezer, Massimiliano Riesenhuber e Xiong Jiang, tre ricercatori del Georgetown University Medical Center (GUMC), ha evidenziato l'esistenza di un meccanismo di memorizzazione delle parole basato sulla percezione visiva delle stesse piuttosto che sulla loro dimensione fonologica, una sorta di "dizionario visivo" che confuta la teoria che il nostro cervello "risuoni" le parole ogni volta che le leggiamo.
Dice Glezer:
Quello che abbiamo scoperto è che una volta che abbiamo imparato una parola, essa viene collocata in un dizionario puramente visivo del cervello. Avere una rappresentazione puramente visiva permette un riconoscimento delle parole veloce ed efficiente come vediamo nei lettori più abili.
La ricerca ha infatti rilevato come siano proprio i lettori più assidui quelli che sviluppano questa capacità di relazionare le parole alle immagini, un modo per riconoscere le parole alla velocità della luce senza doverle ascoltare per comprenderle appieno.
I ricercatori hanno visto che parole diverse ma con suono simile, come hare, lepre, e hair, capelli, attivano neuroni diversi, a conferma della relativa scarsa influenza del suono delle parole rispetto alla dimensione semantica e al catalogo visivo cui questa afferisce; inizialmente il cervello userebbe quindi la fonologia per codificare la parola e abbinare il suono con la parola scritta, ma in seguito, dopo aver incontrato la parola alcune volte, non avrebbe più bisogno del più lento e dispendioso processo di "riconoscimento sonoro".
La scoperta, oltre a fornire un elemento ulteriore nella comprensione del funzionamento cerebrale, potrebbe avere applicazioni pratiche importanti rispetto ai soggetti dislessici o che hanno problemi di lettura, realizzando esercizi appositi per la definizione e strutturazione di un proprio dizionario visivo.