Fontane spaziali di ghiaccio salato
Un titolo strano per un evento astronomico ancora più strano.
Quella visibile nella foto non è la Luna controsole, e nemmeno la superficie di una cometa: è la superficie di Encelado, una delle lune di Saturno, pianeta orbitante a quasi un miliardo e mezzo di chilometri dal Sole, dieci volte più della Terra.
A quella distanza, il Sole appare come un debole disco luminoso in lontananza, tant'è che le missioni su questo pianeta non possono servirsi di pannelli solari, ma richiedono generatori termonucleari a bordo (RTG). Infatti, la superficie di Encelado, similmente a quella del ben più vicino Europa, satellite di Giove, è coperta di ghiaccio; e, come Europa, il ghiaccio è attraversato da enormi solchi, nel caso di Encelado soprannominati "striscie di tigre".
A differenza che su Europa, però, su Encelado succede qualcosa di strano: enormi geyser si innalzano dalla superficie, disperdendo nello spazio materiale che sfugge all'attrazione gravitazionale del piccolo satellite (pari a meno di 1/100 di quella terrestre).
Il fenomeno era già noto dal 2005, quando la sonda Cassini scoprì che sono proprio le emissioni di ghiaccio di Encelado ad alimentare alcuni degli anelli di Saturno, mentre nel 2009 si è avuta la conferma dell'esistenza di un oceano salato sotto la crosta di ghiaccio.
La novità sta invece nel fatto che ulteriori dati forniti da Cassini, ancora in orbita nel sistema di Saturno, sembrerebbero avallare l'ipotesi dell'origine vulcanica di tale oceano, e anche dell' "ipotesi acqua frizzante": sembra cioè che i gas disciolti in quest'oceano formino periodicamente delle bolle, la cui pressione aumenta sempre pià a causa del calore prodotto da vulcani subacquei, e alla fine esploderebbero in superficie, producendo vulcani di particelle di ghiaccio a 80° sotto zero: una temperatura apparentemente bassa, ma decisamente troppo alta per un corpo così lontano dal Sole, che si può spiegare solo con la presenza di attività vulcanica. Attività che, data le piccolissime dimensioni del corpo celeste (500 km di diametro) è probabilmente dovuta agli effetti di marea, cioè alla deformazione del satellite causata dai suoi movimenti di rotazione e rivoluzione intorno a Saturno.
Fonte: http://www.physorg.com/news/2011-01-fizzy-ocean-enceladus.html