La batteria più sottile di un capello
Il problema più grosso che affligge ingegneri e ricercatori intenti a realizzare macchine e dispositivi sempre più miniaturizzati è la dimensione delle batterie: per poter contenere una quantità di energia sufficiente a far lavorare l’apparato, la batteria deve sempre essere il componente più ingombrante dell’apparato stesso. Due fattori contribuiscono alle dimensioni delle batterie: la densità di energia, e la chimica alla base del loro funzionamento.
Il Professor Pulickel Ajayan del Rice Lab si è concentrato sul secondo aspetto, riuscendo a costruire prototipi di batterie a ioni di litio talmente sottili da essere invisibili a occhio nudo: 150 miliardesimi di metro, ossia migliaia di volte più sottili di un capello umano (*). Affiancando tante di queste nano-batterie è possibile raggiungere una capacità di energia sufficiente ad attivare nanodispositivi.
La tecnologia è ancora in fase embrionale, per cui le batterie possono essere ricaricate al massimo una ventina di volte prima di diventare inservibili. Ma potrebbero anche così già avere delle applicazioni: in campo medico si usano talvolta microdispositivi inseriti nel corpo di un paziente (ad esempio nell’intestino) per analizzarne il funzionamento o cercare tumori, infezioni o altro; questi dispositivi, pur piccoli, sono comunque grandi quanto una pillola e devono essere ingeriti; avendo invece a disposizione nanobatterie piuttosto che microbatterie, diventa meno fantascientifico pensare al romanzo Viaggio Allucinante di Isaac Asimov, in cui lo scrittore immaginava addirittura di miniaturizzare delle persone, per poi inserirle in un sottomarino così minuscolo da poter navigare dentro vene e arterie di un paziente. Dalla miniaturizzazione siamo ancora lontani, ma forse non più così tanto dalla micro-nautica.
http://www.physorg.com/news/2011-07-scientists-battery-nanowire.html
(*) Anche se la batteria trasparente è stata realizzata utilizzando componenti così sottili da essere invisibili, si tratta di un'altra tecnologia