Giappone, preparati al prossimo grande terremoto!
Sembra strano dover parlare del "Big one", di "quello grande", come se il terremoto di Sendai dell'11 marzo scorso fosse stato una cosetta da nulla, ma i sismologi nipponici avvertono che un sisma di grande energia potrebbe colpire il Giappone in qualunque momento e in qualsiasi luogo, ora più che mai: "abbiamo bisogno di pensare al di là delle previsioni di terremoto convenzionali e di riesaminare completamente la nostra preparazione in giro per la nazione", dicono.
Come già segnalato in precedenza, la subduzione del Tokai è quella che, secondo alcuni, farebbe più paura; ma non si tratta solo di quella! Il Giappone è un paese nel quale si scontrano tre differenti placche tettoniche, quella euro-asiatica, quella nord-americana e quella delle Filippine, e fa parte della così detta cintura di fuoco del Pacifico, un area a ferro di cavallo che corre in prossimità delle coste pacifiche di Oceania, Asia e Americhe, lungo la quale si verificano circa il 90% dei terremoti mondiali e in cui si situano circa il 75% dei vulcani, dormienti o attivi, del pianeta.
Dall'11 marzo in Giappone si sono registrate 5 scosse di assestamento superiori al settimo grado della scala Richter e ben 75 superiori al sesto (per dare una misura di paragone, il terremoto di L'Aquila è stato di 5,9); il terremoto di Sendai ha spostato la regione di Tohoku (comprendente le sei prefetture settentrionali dell'isola di Honshu) fino a 5 metri ad est, portando ad una drastica
redistribuzione di energia sismica sotto l'arcipelago giapponese e questo spiegherebbe, a detta di alcuni esperti, l'escalation dell'attività sismica in tutto il Paese dopo l'evento dell' 11 marzo.
Alcune prefetture centrali, come quelle di Shizuoka, Nagano e Niigata, hanno vissuto un susseguirsi di scosse, ma è piuttosto l'area orientale del paese, da Tokyo fino all'isola di Kyushu, ad aver visto un'accresciuta attività sismica fuori dall'ordinario.
In una situazione siffatta, anche un paese tecnologicamente all'avanguardia, preparato all'emergenze e con edifici costruiti secondo criteri anti-sismici, deve fare i conti con le cose che non vanno anche dal punto di vista strutturale, come tragicamente ha dimostrato l'impianto nucleare di Fukushima I.
Se è vero che in Italia, vista la sismicità media del nostro territorio (il terremoto di Messina del 1906, ricordato come uno dei più distruttivi, arrivò in fondo "solo" al 7.2 grado della scala Richter), le costruzioni giapponesi sarebbero più che sufficienti a ridurre danni e morti, in Giappone si segnalano in questi giorni i resoconti ingegneristici dai quali risulta che ci sono il 27% degli edifici scolastici che non riuscirebbe a resistere ad un sisma di grado 6 (su 7) della scala Shindo*.
Il Giappone insomma cerca di apprendere dall'esperienza, non cerca il controllo sulla natura ma allo stesso tempo non abdica alla speranza di trovare modalità di convivenza possibile con essa, conscio di vivere, come dice un antico proverbio nipponico, sopra un grosso pesce gatto che, ogni tanto, dà qualche colpo di coda.
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Riferimenti:
* http://it.wikipedia.org/wiki/Shindo