Radiazioni in Giappone: il prof. Kosako denuncia i rischi per riso, fauna ittica e.. bambini
Un'intervista pubblicata dal Wall Street Journal rilasciata dal professor Toshiso Kosako dell'Università di Tokyo ha gettato nuove ombre sul prossimo futuro dell'economia giapponese legate alla situazione della contaminazione radioattiva, paventando da una parte rischi maggiori in campo alimentare e denunciando dall'altra la reticenza colpevole del governo.
Kosako è uno dei maggiori esperti nipponici sulla sicurezza in campo nucleare e il suo nome salì alla ribalta quando lo scorso aprile, in segno di protesta contro la politica intrapresa, si dimise dal suo incarico presso il consiglio nucleare dell'esecutivo guidato dal premier Naoto Kan.
Ora, a distanza di due mesi, ha deciso di parlare con i media portando le sue ragioni, già in parte denunciate nel corso della drammatica conferenza stampa (vedi video) in cui si presentò dimissionario, che attengono in particolare la sua preoccupazione rispetto ad alcuni temi precisi.
Innanzitutto il problema della contaminazione degli alimenti; già in questi giorni sono uscite notizie riguardanti tè o alcune verdure radioattive, ma cosa succederà quando in autunno comincerà la stagione del raccolto del riso? Il rischio di un calo dell'offerta per la presenza di una certa quantità di riso contaminata è concreto e potrebbe implicare un incremento notevole del prezzo di quello che costituisce la base dell'alimentazione dei giapponesi.
In secondo luogo c'è la questione della scarsa attenzione rivolta allo stato del mare e della sua fauna, anch'essa ampiamente utilizzata nella cucina locale, così come le alghe: il governo, denuncia il sessantunenne professore, ha rilasciato solo informazioni sommarie su quella che è la situazione del mare nei pressi della centrale di Fukushima Daiichi, ma poco ha fatto quanto ad un monitoraggio più esteso e all'adozione di misure ad hoc per far fronte alla contaminazione di diversi tipi di frutti di mare, dalle alghe ai crostacei ai pesci.
Infine la questione forse più spinosa, quella che ha portato il professor Kosako a rassegnare le sue dimissione circa quaranta giorni dopo il conferimento dell'incarico, il 29 aprile scorso, è quella delle modifiche in rialzo ai limiti delle dosi annue di radioattività ammissibli per i lavoratori della della centrale di Fukushima e soprattutto per i bambini delle scuole presenti all'interno della prefettura omonima.
Mantenere dei limiti più bassi avrebbe implicato la chiusura e la costosa bonifica di molti complessi scolastici che così invece sono rimasti operativi; è bastato portare il limite a 20 millisieverts/anno e il governo Kan, dice Kosako, ha dato ai bambini giapponesi l'esposizione radioattiva esterna a norma di legge.