Confermata la fusione delle barre di combustibile nucleare a Fukushima
Mentre il mondo mediatico sembra ormai aver dimenticato l'incidente nucleare giapponese (con cui in precedenza si erano riempite ore di palinsesti televisivi e pagine di giornali) e pare calata l'attenzione dell'opinione pubblica italiana sul tema, in Giappone la situazione comincia solo ora ad apparire più chiara.
Giovedì 12 maggio, la Tokyo Electric Power Company (TEPCO) ha comunicato che gli esperti, finalmente entrati nell'impianto di Fukushima Daiichi, hanno riscontrato che la maggior parte, se non tutte, le barre di combustibile nel reattore n ° 1 della centrale sono state completamente esposte, si sono fuse e sono cadute sul fondo del recipiente in pressione (vessel).
Kunihiko Takeda, docente presso la Chubu University (Kasugai, prefettura di Aichi), non è rimasto per nulla sorpreso: "Non è né una novità né una cattiva sorpresa, significa che TEPCO ha pompato molta acqua nel reattore senza sapere che cosa stesse succedendo esattamente all'interno; in definitiva è stata la cosa migliore, l'unica cosa che TEPCO potesse fare".
Non è improbabile, ha aggiunto Takeda, che la situazione dei reattori 2 e 3 sia simile.
La nuova scoperta non aumenta la probabilità di una esplosione di idrogeno in quanto la temperatura dei contenitori in pressione è ancora bassa, tra i 100 e i 120 gradi centigradi; inoltre la TEPCO ha iniettato gas azoto nel vaso di contenimento per diluire la densità di idrogeno, diminuendo ulteriormente la possibilità di una esplosione dovuta all'idrogeno.
Resta il fatto che dai reattori di Fukushima continuano a fuoriuscire sostanze radioattive nell'aria che si diffondono pure nell'acqua usata per il raffreddamento; la cosa più importante continua ad essere quindi, come è sempre stato, quello di costruire un sistema per far ricircolare l'acqua utilizzata per raffreddare i reattori.