Il refluopetrolio: un'invenzione italiana andata perduta che poteva cambiare il mondo?

Più di 30 anni fa un italiano laureato in filosofia, ma col pallino delle invenzioni, dell’energia e dell’ambientalismo, annunciò all’Italia e al mondo quella che sembrava essere una grande invenzione: un procedimento per ricavare petrolio e carbone dai rifiuti. L’uomo fondò un’azienda, la Petroldragon, che raccoglieva a basso costo scarti di produzione di varie aziende (tra cui ad esempio vecchi copertoni, visibili nella foto di apertura), per trasformarli poi, in futuro, in carbone e olio combustibile mediante il processo di depolimerizzazione termica.
Un’invenzione rivoluzionaria, un’azienda all’avanguardia… ma cosa ne è stato? All’azienda furono messi i sigilli dalla Guardia di Finanza, e l’inventore arrestato per illeciti sulla manipolazione di rifiuti tossici, quando il 30 agosto 1987 fu emanato con provvedimento di urgenza un decreto legislativo che ridefiniva appunto come “rifiuti tossici” i prodotti di scarto precedentemente noti legalmente come “materie prime seconde”.
Ma l’azienda produsse mai effettivamente petrolio e carbone in quantità industriali? Sul sito dell’inventore si parla di un’automobile propulsa mediante i prodotti di questo procedimento, ma non sembrano esserci fonti indipendenti. Molti giornali dell’epoca e successivi bollano invece l’imprenditore/inventore come millantatore e addirittura come delinquente, responsabile di aver inquinato chilometri quadrati di terreno.
Solo nell’archivio storico de “La Stampa” è possibile trovare articoli a favore di quello che a detta dell’autore fu battezzato all’epoca “refluo-petrolio”, anche se su “La Stampa” stessa non se ne fa menzione.
Sembra anche che l’inventore fu arrestato e tenuto in prigione per diverso tempo per commercio illecito di materiali preziosi: aveva fondato un’azienda che estraeva dai rifiuti oro e altri metalli preziosi. In seguito fu rilasciato e prosciolto dalle accuse, ma lo Stato spese parecchi miliardi di lire per bonificare i terreni circostanti la Petroldragon, inquinati dai prodotti fuoriusciti dagli impianti, probabilmente tenuti fermi, perchè sotto sequestro, per lungo tempo.
La vicenda sembra quasi un film di fantapolitica o di fantascienza: l’inventore fu davvero un perseguitato, o era solo un millantatore che lucrava sul traffico di rifiuti tossici? La sua invenzione era un fallimento… o un pericolo per gli equilibri petroliferi dell’epoca? Davvero furono create leggi con effetto retroattivo appositamente per impedirgli di continuare a raccogliere rifiuti e convertirli in petrolio? Davvero fu contattato da multinazionali americane interessate al suo brevetto, ma lui rifiutò per sviluppare l'invenzione in Italia? Fu veramente contattato da ENI e AGIP nel 1982 per una collaborazione? E realmente poi lo denunciarono perchè il suo "refluopetrolio" avrebbe danneggiato i loro impianti?
E cosa ne è stato di questo inventore? Dove si trova oggi, cosa sta facendo?
Sta facendo testare ed esaminare a scienziati di tutto il mondo una sua nuova invenzione, anch’essa riguardante il campo del risparmio energetico e dell’ambientalismo; un apparato che, sembrerebbe, è in grado di produrre energia, sotto forma di calore, consumando appena alcuni grammi di nickel e idrogeno per produrre centinaia di watt per molte ore. L’apparato, denominato “Energy catalyzer”, o “e-cat”, è stato presentato per la prima volta al pubblico il 14 gennaio 2011 a Bologna, e successivamente in diverse altre occasioni.
Finora nessuno è riuscito a dimostrare che sia una truffa o un imbroglio, sembra che la macchina funzioni davvero; ma nessuno sa come funziona, perché sembrerebbe violare alcune leggi della fisica. Questa volta però non siamo nel 1978: sono passati più di 30 anni, adesso tramite internet le informazioni possono essere diffuse gratuitamente tra milioni di persone senza il "filtro" operato dai mezzi di comunicazione "ufficiali", e chiunque può esaminare i dati dell'inventore, e, quando renderà pubblico il suo brevetto, addirittura riprodurre in casa propria l'invenzione e verificare se davvero funziona.
Riuscirà questo sfortunato inventore a produrre su vasta scala e vendere questa nuova invenzione, riscattandosi dalle accuse del passato?
Difficile: già sembra che il brevetto gli sarà rifiutato, perché una macchina simile sarebbe già stata brevettata anni fa da un certo Piantelli.
In ogni caso, non tenterà la fortuna in Italia: memore delle tristi vicende passate, ha deciso di cercare miglior fortuna all’estero. A novembre 2011 con la Defkalion, in Grecia, costruirà una centrale elettrica da 1MW basata sulla sua invenzione: la persona che da alcuni mesi sta lasciando a bocca aperta scienziati di tutto il mondo con la sua invenzione destinata forse a rivoluzionare il mercato energetico, infatti, è la stessa che nel 1978 rischiò di rivoluzionare il mercato petrolifero.
Andrea Rossi: imbroglione o imbrogliato? La vicenda merita sicuramente ulteriori approfondimenti.
Sito dell'inventore
"Laureato in filosofia inventa il modo per trasformare la spazzatura in petrolio" - "La Stampa" 13 ottobre 1978
"Spremi i rifiuti, trovi il petrolio" - "La Stampa" 25 gennaio 1980
"Mago del petrolio abbandona l'Italia perchè perseguitato dal fisco" - "La Stampa" 21 febbraio 1981
"ENI e AGIP si sono accorte del petrolio fatto in casa" - "La Stampa" 26 gennaio 1982 - Storia della nascita degli impinanti di produzione del "refluopetrolio"