Oggi, 26 aprile, ricorre il 25° anniversario dell'incidente nucleare di Cernobyl
1 commento
Venticinque anni fa i giornali di tutto il mondo uscirono in edicola con titoli come questo:
In realtà i giornali non pubblicarono la notizia il giorno stesso dell'incidente, ma diversi giorni dopo: era il 1986, il crollo dell'Unione Sovietica era ancora di là da venire, Partito Comunista e KGB decidevano ancora cosa quanto e come far scrivere ai giornalisti sugli avvenimenti che accadevano nell'URSS.
Così fu solo per caso che i paese scandinavi scoprirono, per primi, che c'era una contaminazione radioattiva in atto: i venti avevano infatti spostato a nord-ovest di Kiev la nube radioattiva, che solo nei giorni successivi avrebbe raggiunto il resto dell'Europa, e l'Italia.
Collocazione della centrale
La centrale di Chernobyl vista dall'alto
Alcuni dei titoli de "La Stampa" di quel giorno, accessibili gratuitamente grazie all'archivio online messo a disposizione dalla testata:
L'ITALIA SALVATA DA UN FORTE VENTO
LA NUBE NUCLEARE
SE ARRIVA LA NUBE, UN FARMACO C'E'
UN TESTE RACCONTA L'APOCALISSE
MOSCA NON HA AVVERTITO L'EUROPA CORRE AI RIPARI
Venticinque anni dopo il mondo è alle prese con un nuovo incubo nucleare: non uno, ma 4 reattori nucleari sono stati danneggiati dal disastroso sisma e dal conseguente tsunami che hanno devastato il Giappone l'11 marzo scorso. Le due centrali di Fukushima, a un mese e mezzo dall'incidente, ancora emettono vapore radioattivo, mentre le scosse di assestamento, che arrivano fino al 6° Richter, continuano.
Ma cosa significa se una centrale nucleare esplode? E' come un'esplosione atomica? Cos'e' la fusione del nocciolo? Una fusione nucleare? E perche' le radiazioni sono dannose? Perche' i loro effetti perdurano per migliaia di anni?
Una risposta esauriente e completa richiederebbe pagine e pagine di trattazione, quindi qui vedremo solo brevemente le risposte:
- Se una centrale nucleare esplode, non è come se esplodesse una bomba atomica; la bomba atomica di Hiroshima, per fare un esempio, aveva la devastante potenza di 15 mila tonnellate di esplosivo (15 chilotoni), e distrusse centinaia di chilometri quadrati di territorio. Niente, in confronto alle bombe moderne da alcuni MEGAtoni (milioni di tonnellate), ma comunque una potenza devastante. Che niente ha a che vedere con l'esplosione di una centrale atomica, all'interno della quale non c'e' lo stesso materiale presente all'interno di una bomba atomica: pur trattandosi infatti sempre di materiale radioattivo, questo ha concentrazioni centinaia di volte inferiori a quella del materiale esplodente di una bomba atomica. Quindi è fisicamente impossibile che si verifichi un'esplosione nucleare in una centrale nucleare; può però verificarsi un'esplosione "convenzionale" a causa della presenza di vapore ad alta pressione: in questo caso, tanto il vapore che le macerie dell'esplosione possono essere radioattivi se direttamente venuti in contatto col nocciolo della centrale, e il risultato è una nube di polveri e vapore radioattivi, portati lontani dal vento.
- La fusione del nocciolo di cui si parla non è una fusione nucleare, per i motivi detti prima: si tratta di una fusione "classica"; in mancanza del liquido di raffreddamento, infatti, il materiale radioattivo raggiunge temperature di migliaia di gradi (non milioni come nella fusione nucleare), e si scioglie letteralmente, come burro fuso. Invece la fusione nucleare è una reazione a catena che sviluppa temperature di milioni di gradi... e non è in ogni caso attualmente possibile: le centrali attuali funzionano a fissione nucleare, e si ritiene che non saremo in grado di costruire centrali a fusione per almeno altri 30 o 40 anni.
- Infine, le radiazioni: consistono in particelle microscopiche emesse da materiali radioattivi come l'uranio e il plutonio; sono dannose perchè sono in grado di provocare ustioni sul breve termine, e di modificare il DNA sul lungo termine, provocando il cancro ed altre lesioni. E perdurano per migliaia di anni perchè gli elementi radioattivi emettono queste particelle per moltissimo tempo, finchè cioè, a forza di emettere particelle, non si trasformano in altri elementi. Si parla di tempo di dimezzamento. L'Uranio impiega fino a 245.000 anni per trasformarsi in piombo.