Entra in coma e muore: aveva videogiocato per tre interi giorni

Questo il riassunto agghiacciante degli ultimi attimi di vita di un uomo, poco più che trentenne, residente in Cina.
L'uomo il cui nome non è stato divulgato si era stabilito in uno dei tanti internet cafè disseminati per il Paese, scrive il Beijing Times, ed aveva iniziato a giocare ad uno dei tanti videogiochi online, anche detti MMOG, che spopolano nel mondo e soprattutto nei territori orientali quali la stessa Cina e la Korea.
Ha giocato senza interruzione per 72 ore, senza dormire e senza mangiare, non si è mai alzato dalla sedia per tutta la durata dei tre giorni. E' stato incollato allo schermo fino a quando, stremato, si è sentito male. E' stato prontamente portato in ospedale in stato comatoso ma vani sono stati i tentativi dei dottori di rianimarlo, così è deceduto il trentenne poco dopo il ricovero.
Un episodio certamente sconcertante soprattutto se si pensa che l'uomo aveva speso nell'ultimo mese l'equivalente di oltre 1000 euro in giochi online. Già tempo fa il governo cinese si era mobilitato con misure restrittive e norme per meglio controllare il mercato dei giochi online proprio per evitare situazioni simili, spesso frequenti in territorio cinese.
E' preoccupante vedere come sempre più giovani e giovanissimi non sappiano dare il giusto peso a questi infernali videogiochi e perdendo la cognizione del tempo trascorrono anche interi giorni di fronte ad un monitor quando già una sessione di gioco prolungata per diverse ore è rischiosa per la salute.
Lecito sicuramente è chiedersi quanto peso abbia avuto l'intransigenza dei lavoratori dell'internet café che sicuramente devono aver notato il giovane dei tre giorni che ha trascorso nel locale. Se da una parte troviamo giocatori incalliti di videogiochi online, peggio dei vecchi pokeristi e frequentatori di casino, dall'altra abbiamo locali che di certo incoraggiano o quantomeno non limitano l'uso di questi videogiochi.
Come al solito serve che accada l'inevitabile prima che chi deve prenda coscienza dei reali problemi che si celano dietro alle apparenze, speriamo almeno che questo caso sia valso a far comprendere al governo cinese che si necessita di un pugno di ferro maggiore per poter contrastare questa mania, ormai assurta al grado di dipendenza di cui soffrono migliaia di giovani.