Su Titano, una luna di Saturno, potrebbe svilupparsi DNA

Finora si è sempre creduto che requisito imprescindibile per la nascita di DNA a partire da sostanze inerti fosse la presenza di acqua, perché così pare sia avvenuto miliardi di anni fa sulla Terra, quando fulmini che cadevano in pozze di brodo primordiale creavano appunto molecole di DNA.
La sonda Cassini ha rilevato la presenza di “grosse molecole” a 600 km di quota su Titano, pur non essendo stata in grado di identificarne la natura non disponendo degli strumenti adatti. Tanto è bastato però per suggerire ai ricercatori di fare un esperimento, riproducendo in laboratorio l’atmosfera di Titano (come si presume che sia composta) e le stesse condizioni di irradiazione solare, ed hanno osservato che le grosse molecole possono scindersi, ad opera dei raggi ultravioletti, in molecole più piccole, formando gli aminoacidi che stanno alla base della costituzione del DNA.
Questo significa, in via del tutto teorica, che potrebbe essere possibile la comparsa spontanea di amminoacidi nell’atmosfera di Titano. Anche se ciò non significa che essi debbano necessariamente poi combinarsi in DNA e dare origine ad organismi viventi, tuttavia parrebbe dimostrare che la vita potrebbe svilupparsi in un insieme molto più ampio di pianeti extrasolari, rispetto a quelli fino ad oggi considerati, e che vengono definiti “in zona abitabile”; ad oggi nessun pianeta extrasolare è stato trovato nella “fascia abitabile” della sua stella, ossia nessun pianeta scoperto potrebbe ospitare vita di tipo terrestre; ma la nuova scoperta potrebbe significare che la “fascia abitabile” è più ampia e varia di quanto ritenuto finora.