Quante radiazioni sono troppe per la nostra salute?
In questi giorni in cui la tematica nucleare è tornata alla ribalta per la difficile situazione giapponese, si assiste ad una processione di esperti o sedicenti tali che di volta in volta assicurano circa l'attuale stato di sicurezza per la salute o enfatizzano, forse ideologicamente, gli effetti delle radiazioni.
La verità probabilmente, come dice il saggio, sta nel mezzo, ma fornire qualche dato più preciso credo possa aiutare a fornire qualche strumento di comprensione maggiore.
Un articolo molto interessante in merito è apparso sul quotidiano giapponese Yomiuri Shinbun, il giornale più diffuso al mondo per tiratura giornaliera; in particolare in esso si rileva correttamente come parlare genericamente di radiazioni sia fuorivante, dal momento che con questo termine in realtà ci riferiamo ad una gamma piuttosto ampia di diversi elementi che producono effetti diversi per intensità, durata, pericolosità, e si affronta il tema del pericolo per la salute.
Aldilà delle recenti e preoccupanti contaminazioni ai prodotti alimentari, latte e verdure a foglia in primis o acqua, che al momento vengono definite non preoccupanti per la salute umana ed entro i limiti (salvo nell'area di Fukushima), quand'è che una dose radioattiva diventa "troppo"?
Stando alle perdite di radiazioni del passato sappiamo che le persone esposte a 3.000 millisievert di radiazione per ora hanno un quasi 50 per cento di probabilità di morire entro 60 giorni, se non ricevono cure mediche.
I dati raccolti sui soggetti colpiti ad Hiroshima e Nagasaki dalle radiazioni atomiche del 1945 indicano che un'esposizione a 1.000 millisievert di radiazione/ora aumenta la probabilità di sviluppare un cancro del 150 per cento, mentre un'esposizione pari a 100 millisievert/ora non causa esiti sostanzialmente diversi da quelli occorrenti alle persone non esposte. Si può dedurre quindi che la linea del rischio deterministico corra lungo questa soglia dei 100 millisievert/ora.
Per esposizioni a dosi inferiori pare non si possa avere altrettanta certezza circa gli effetti deleteri sulla salute umana. Per confronto si segnala, come riportato in figura, che la dose di radiazioni/ora cui siamo sottoposti nel corso di esami diagnostici o terapie che utilizzano le radiazioni oscillano tra i 0,6 millisievert di una comune radiografia e i 6,9 millisievert per una tomografia mentre la dose di radiazione del fondo naturale è mediamente di 2,4 millisievert (con differenze da luogo a luogo, anche notevoli).
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Immagine © Japanese National Institute of Radiological Sciences