I detriti dello tsunami giapponese arriveranno in America?

L'oceanografo Curt Ebbesmeyer ritiene di sì.
Ebbesmeyer ha seguito negli anni le tracce di scarpe da ginnastica, mazze da hockey e altri oggetti caduti da navi container in viaggio nei mari giapponesi, e ritiene che le correnti oceaniche riusciranno nel giro di un anno a portare fino alle spiagge americane i detriti generati dall'onda di maremoto.
Ovviamente la preoccupazione maggiore è che questi rottami possano risultare radioattivi, a causa dell'incidente di Fukushima. A questo proposito James Hevezi, capo dell' American College of Radiology Commission on Medical Physics, afferma che la possibilità c'è, ma che probabilmente i livelli di radioattività, dopo tanto tempo trascorso in mare, sarebbero molto bassi.
Le correnti che trasporterebbero fino in america i detriti giapponesi sono le stesse che danno origine al cosiddetto "vortice del pacifico", un curioso fenomeno per cui migliaia di tonnellate di minuscoli detriti di plastica provenienti da tutto il mondo restano perennemente intrappolati in un'area del pacifico senza poterne più uscire. L'area in cui si trovano imprigionati questi detriti è larga migliaia di km e spessa 30 metri. Essendo composta da particelle minutissime create dall'effetto delle onde e delle intemperie sugli oggetti di plastica, questa enorme isola di immondizia è entrata nella catena alimentare, in quanto le particelle sono abbastanza piccole da essere ingerite dai pesci, che le scambiano per cibo.
C'e' da chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze se materiale radioattivo raggiungesse questa zona.
http://www.physorg.com/news/2011-04-flotsam-japan-tsunami-west-coast.html