Transistor a protoni per nuove interfacce uomo-macchina
= Premessa ==
Tutta la tecnologia elettronica attualmente esistente si basa sul principio fondamentale che “una parte” di certi atomi, gli elettroni, non è strettamente vincolata ad essi, ma può muoversi liberamente da un atomo all’altro; con più facilità nei conduttori, sotto qualche condizione nei semiconduttori. Lo spostamento degli elettroni lungo un conduttore o semiconduttore causa una corrente elettrica, che si muove però, per convenzione, in direzione opposta al moto degli elettroni, essendo costituita in realtà dai “buchi” che ogni elettrone si lascia dietro nel reticolo cristallino quando si sposta. Questo può complicare un po’ la comprensione della notizia che segue, in quanto queste lacune che costituiscono la corrente hanno praticamente carica positiva, pur non essendo particelle reali, ma solo mancanze di particelle negative.
Particelle reali dotate di carica positiva, invece, sono i protoni, che però normalmente non possono muoversi, in quanto strettamente legati ai neutroni all’interno del nucleo degli atomi: solo la potenza della fusione o della fissione nucleare possono indurli a spostarsi dal nucleo.
In natura, però, esistono protoni che si muovono liberamente: si tratta in realtà di un caso particolare, perché l’elemento da cui provengono, l’idrogeno, ha un nucleo composto da un’unica particella, che è proprio un protone, circondata da un elettrone “in orbita” intorno ad esso. Se questo elettrone viene “asportato”, quello che prima era un atomo, con carica elettrica nulla, diventa uno ione, con carica elettrica positiva trattandosi appunto di un’unica particella carica positivamente.
Alcuni processi naturali si servono proprio dello scambio di ioni idrogeno per realizzarsi: ad esempio la produzione di ATP, la molecola usata per trasferire energia all’interno del nostro organismo.
== La notizia ==
Adesso gli scienziati sono riusciti a costruire un transistor che, anziché tramite elettroni, funziona tramite protoni; rispetto agli standard attuali per i transistor, è piuttosto grosso: 5000 nanometri contro gli attuali 30 o 40; ma ciò che è importante è che forse, in futuro, essendo il suo funzionamento basato sui protoni potrà magari essere utilizzato per riuscire a realizzare circuiti elettronici interfacciabili direttamente con un organismo vivente, per poter eventualmente coadiuvare un processo vitale, od ostacolare un processo legato a una malattia.